Filo di rame
Il filo di rame, ormai utilizzato sempre più raramente nella tecnica wire ma ritornato prepotentemente di moda nella bigiotteria di qualità, si trova in diametri non superiori a 1 mm, motivo per il quale viene usato anche in abbinamento col filo di alluminio. Il filo di rame infatti è il filo deputato per gli avvolgimenti, le forme intrecciate insomma se volessimo usare due termini cari a chi ama la tecnica wire potremmo dire che è usato soprattutto per il coiling e il wrapping. Non solo ovviamente, è una semplificazione.
Il rame fu uno dei primi metalli lavorati dall’uomo, c’è chi sostiene sia stato il primo in assoluto. Il motivo risiede nella sua straordinaria possibilità di essere flesso, piegato ridotto in forme anche complesse. Il suo simbolo CU deriva dalle iniziali della città di Cuprum (Cipro), terra dalla quale veniva importato il rame. Pare inoltre che il simbolo del genere femminile fosse lo stesso usato dagli alchimisti per indicare il rame.
Filo di rame: quali strumenti per lavorarlo?
Gli strumenti sono quelli base della tecnica wire, fondamentali le pinze a punta conica e un paio di tronchesi. Inizialmente non avrete bisogno di molto altro. Un problema in cui ci si imbatte non di rado è la tendenza, più spiccata rispetto ad altri metalli, all’ossidazione. Se stiamo lavorando un filo di rame grezzo, naturale, la cosa può persino conferirgli un elegante aspetto vintage; non a caso c’è chi fa uso di specifiche patine per riprodurre quest’effetto. Se il nostro è invece un filo di rame placcato allora l’ossidazione potrebbe essere irreversibile, potremmo provare a coprire l’oggetto con dei colori per metalli e trasformarlo. Qualche esempio di cosa potete fare col filo di rame o con le lastre di rame lo trovate sul sito di Katia Napoletano, gioiellirame.it